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90 anni fa la Grande Guerra: da CF papaveri rossi... per non dimenticare

Si apre con tre papaveri rossi raffigurati su altrettanti francobolli inglesi - emessi a partire dal 2006, l'ultimo lo scorso 6 novembre - ed una vecchia cartolina raffigurante un giovane soldato, il numero di novembre di Cronaca Filatelica. Storia di copertina naturalmente dedicata al 90° anniversario della fine della I Guerra Mondiale che molti paesi, come appunto la Gran Bretagna, ma anche Belgio e Nuova Zelanda, hanno voluto commemorare attraverso il rosso vivo del papavero evocativo del sangue versato da migliaia di soldati morti su tutti i fronti europei. Spazio anche al 100° anniversario del Giubileo dell'imperatore d'Austria che nel 1908 fu festeggiato con una suggestiva cartolina postale pluri-lingue e ai servizi postali a disposizione dei militari italiani in Afghanistan. Inoltre, il bordo di foglio sbagliato nelle Donne da 10c, come pure i molti altri errori e refusi degli anni passati, potrebbe essere l'inizio di un interessante filone collezionistico.

90 anni fa la Grande Guerra: da CF papaveri rossi... per non dimenticare

"Papaveri rossi per non dimenticare" è il titolo di copertina dell'ultimo numero (novembre 2008) di Cronaca Filatelica appena uscito in edicola.
Ciò che nessun può e deve dimenticare è naturalmente la tragedia della I Guerra Mondiale ed i papaveri rossi sono i fiori con i quali, simbolicamente, si usa rappresentare gli insaguinati campi di battaglia di tutta Europa tra il 1915 e il 1918.
Danilo Bogoni, nel suo articolo, parte proprio da questo semplice e comune fiore rosso - "segno di consolazione" per le migliaia di morti che la Grande Guerra procurò anche all'Italia - per ricordare il 90° anniversario della sua conclusione.

Papaveri che sono protagonisti nei tre francobolli britannici usciti a partire dal 2006 - sino all'ultimo del 6 novembre scorso - e che fanno pure capolino in diverse altre emissioni filateliche come quelle di Belgio e Nuova Zelanda.

"Nessuna celebrazione, invece, dall'Italia", sottolinea Bogoni. L'ultima volta che il nostro paese ha ricordato i "giovani" del 1915-18 fu nel 1968 con la serie di sei francobolli realizzata da Tranquillo Marangoni in occasione del 50° anniversario della Vittoria, accolta tra l'altro da "severe reprimende lanciate dai nostalgici della retorica a tutti i costi". Retorica che, appunto, la fa da padrona in tutte le altre celebrazioni dentellate sia in periodo monarchico che repubblicano (quelle cioè del 1921, del 1928 e del 1958).

Un tema, quella della Grande Guerra, che meriterebbe quindi di essere trattato con maggiore realismo e serenità (la storia è stata scritta ed è ormai condivisa) da tutti. "Un dramma storico che va raccontato", scrive anche Nino Barberis il quale si sofferma su quanto poco sia stato affrontato il tema della I Guerra Mondiale e della sua tragicità nelle collezioni compilate ed esposte negli anni passati: "sviluppato solo da Mario De Fraja e da Michele Picardi, è un tema che offre spunti molto interessanti".

La I Guerra Mondiale, invece, non era ancora scoppiata quando l'imperatore d'Austria celebrò il 60° anniversario del suo lunghissimo regno. Era il 1848 quando Francesco Giuseppe salì sul trono del Regno d'Austria-Ungheria, padrone di mezza Europa. A cento anni di distanza, Carlo Sopracordevole nel suo articolo "Francesco Giuseppe: un Giubileo da imperatore", ricorda la celebrazione del grande e potente Regno Absurgico avvenuta nel 1908 (ancora una decina d'anni e la Grande Guerra l'avrebbe spazzato via definitivamente) attraverso una lunga serie di francobolli ma soprattutto di una cartolina postale da 5 heller. Un intero postale caratteristico e suggestivo che, ricorda Sopracordevole, ebbe una vasta serie di riedizioni in tutte le lingue allora parlate nel Regno mitteleuropeo (italiano compreso). Anche perchè il tedesco, lingua ufficiale, non era conosciuto ed usato se non in Austria.

Si rimane nell'Austria del 1908 con il 90° anniversario di Koloman Moser, fautore dei movimenti artistici e culturali dell'epoca ma anche, come ricorda Cronaca Filatelica, autore di numerosi francobolli e banconote per l'Impero austro-ungarico. Vienna lo ha ricordaato di recente (il 31 ottobre) con un francobollo da 55 centesimi nel quale il grafico, designer, pedagogo, scenografo, arredatore e pittore scomparso nel 1918, compare con un ritratto ripreso da una fotografia dell'epoca.

Un vago filo conduttore (la filatelia, appunto!) conduce dalla Grande Guerra alle guerre dei nostri giorni, ed in particolare a quella, pure tragica sebbene atipica, che si sta combattendo in Afghanistan. "Quanto è dura la vita in Afghanistan" è l'occasione non solo di riparlare dell'impegno dei nostri soldati per la pace e la stabilità nel paese asiatico ma anche per descrivere il funzionamento dei servizi postali in funzione nelle zone dove i militari italiani sono impegnati. In particolare, ricorda CF che intervista due ufficiali responsabili della comunicazione per conto dell'Esercito Italiano, l'ufficio postale di Kabul funziona ormai dal 2002 mentre quello di Herat dal 2007.

La recente vicenda che ha interessato le diciture sui margini dei fogli del 10c Donne nell'Arte (la scritta parlava di un valore complessivo di 5 euro contro i 10 euro necessari per acquistare i 100 esemplari presenti nel foglio) è tutt'altro che isolata ed anzi può offrire uno stimolante ed affascinante settore di studio e ricerca per i collezionisti. "I bordi di foglio: un mondo a margine" è il simpatico doppio senso con il quale Gabriele Fabris ripercorre la filatelia repubblicana a caccia di altri errori e refusi che hanno riguardato i bordi di fogli dei francobolli italiani. Come nel caso del 25 centesimi della Democratica del 1946: sulla cimosa del foglio spuntò infatti la scritta "il foglio di cinquanta francobolli vale lire 25" anzichè "il foglio di cento...". L'amministrazione postale, molto efficiente, decise di "rifilare" tutti i fogli eliminando quasi del tutto la dicitura errata. Di esempi ce ne sono molti altri e sempre molto ricercati e costosi, ottimo spunto per un nuovo filone collezionistico.

Molte, com'è ovvio, le emissioni filateliche dell'Area Italiana tutte puntualmente segnalate da Danilo Bogoni nella rubrica omonima. Ma il titolo di questo numero si sofferma su un'altra ghiotta questione: "Pronti all'addio gli odiati Prioritari" lascia, infatti, intravvedere all'orizzonte una nuova serie ordinaria. Ne ha parlato per la prima volta Marisa Giannini (direttore della Divisione Filatelia) durante l'ultimo Romafil anche se c'è il riserbo più assoluto sui nuovi soggetti. CF è riuscita soltanto a sapere che... il "tema parla della nostra nazione".

Ed infine, ma non ultime nelle quasi 100 pagine della rivista, le consuete "stanze" dedicate alla filatelia giovanile e al mercato filatelico.
Da parte sua, Nino Barberis torna a parlare dei francobolli per i diciottenni chiedendosi in realtà quale possa essere... "Un'alternativa ai diciottenni?". La questione sembrerebbe per il momento messa da parte: il bis (raffazzonato) dell'emissione del 2006 è infatti scomparso da ogni programma filatelico ufficiale e pure in Consulta, luogo deputato per discuterne, sembra se ne sia volentieri fatto a meno. E, quindi, anche Barberis si astiene dal commentare eventuali futuri doni filatelici ai neo-maggiorenni! Anzi no. Un'idea interessante potrebbe essere quella del presidente del Circolo di Cesena: "regalare francobolli usati ai giovani diciottenni". Proposta saggia e costruttiva, ma Barberis ha qualche dubbio: "dove troveranno le Poste i francobolli italiani usati? Li annulleranno di favore? Li compreranno sul mercato?". D'altronde l'obiettivo di Poste non è vendere francobolli nuovi?

Non di vendere ma di acquistare francobolli (nuovi o usati, compresi i Diciottenni e addirittura a scopo... investimento) in questo periodo è, invece, il consiglio di Sebastiano Cilio a tutti i collezionisti italiani. Pare proprio che sia "Il momento giusto per acquistare": "anche in filatelia", scrive il presidente della Borsa Filatelica Nazionale, "nei periodi bui le vendite generali contribuiscono alla caduta ulteriore dei prezzi ponendo sul mercato tanta merce al di fuori di ogni possibile assorbimento e concorrendo a diminuire ulteriormente i prezzi". Secondo Cilio nei prossimi mesi si potrebbe addirittura assistere ad una ripresa del mercato filatelico in decisa controtendenza con i dati negativi dell'economia globale. Basta avere un pò di fiducia "nel nostro settore"!

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