Non poteva che avere una copertina tutta natalizia l'ultimo numero di Cronaca Filatelica. Ad accogliere i lettori, per il mese di dicembre appena iniziato, è un'immagine di angeli in volo con la quale la redazione del periodico fa anche gli auguri per l'imminente Natale 2007. Infatti, è proprio la massiccia presenza degli angeli sui francobolli natalizi a ispirare la cover story di Danilo Bogoni: "Mettono le ali gli Auguri di Natale" ripercorre la filatelia italiana ed internazionale alla ricerca dei tantissimi francobolli sui quali sono apparse queste "candide figure alate", riprese quasi sempre da opere d'arte a tema religioso e ampiamente utilizzate dai paesi del tricamere filatelico italiano per i loro francobolli natalizi.
Anche se quest'anno è la Gran Bretagna ad aver fatto le cose in grande con ben 4 francobolli raffiguranti altrettanti "angeli musicanti" realizzati, va sottolineato, da un illustratore italiano, il milanese Marco Ventura che, in un'intervista rilasciata a CF dice che l'esperienza filatelica con le poste inglese è stata tutt'altro che "semplice e lineare". "Appena sentirono che ero italiano si bloccarono", dice Ventura, salvo ottenere, dopo varie insistenze, l'ambito contratto grafico con Royal Mail.
Sempre in ambito filatelico-natalizio, il racconto "non dentellato" di Francarlo Sopranci (nome che probabilmente ne cela un altro, piuttosto famoso dalle parti di CF?) dal titolo "L'ultima calza". Parla di... Beh questo vi lasciamo il piacere di scoprirlo da soli, magari standovene seduti comodamente in poltrona e gustando l'incipiente sapore natalizio.
Dagli angeli si passa ai più terreni "presidenti". O meglio a "le Président" della Repubblica Francese, Nicolas Sarkozy che ha messo d'accordo l'opposizione politica e l'opinione pubblica nell'accusa di non aver dichiarato, al momento della candidatura all'Eliseo, che nel suo patrimonio personale c'era una cospicua collezione di francobolli. "La collezione filatelica di Sarkozy: un affaire", di Umberto Bocus e Domenico Sabbioni, analizza gli aspetti legali e costituzionali della vicenda e riporta (tradotto dal francese) il botta e risposta tra Gauthier Toulemonde, direttore di Timbres Magazine, e "Monsieur le Président" il quale tutt'altro che amareggiato dalle accuse, ha affermato di non aver fatto nulla di disdicevole.
I primissimi giorni di Novembre sono stati funestati dalla querelle per un francobollo che Poste Italiane ha ritirato dalla vendita. Gabriele Fabris, in "Stop tra le polemiche al francobollo per Fiume", ripercorre l'intera vicenda anche con gli echi che essa ha avuto sulla stampa generalista nazionale, soprattutto alla luce delle forti critiche sollevate da parte delle associazioni di esuli delle terre ex-italiane passate alla Jugoslavia al termine della II Guerra Mondiale. E un piccolo segreto sembra svelarsi: l'ormai famosa dizione "Terra orientale già italiana" non è mai stata decisa a livello ministeriale o di Consulta per la Filatelia e tantomeno richiesta dalle stesse Associazioni. Si tratterebbe soltanto di una sorpresina... nata dall'iniziativa di Poste Italiane!
Di una serie molto bella e che si potrebbe "seguire" facilmente per via delle basse quotazioni di catalogo ne parla Domenico Sabbioni in "Che rompicapo quelle soprastampe della Ricostruzione", ovvero della piccola serie di tre valori emessa dalla Repubblica del Titano il 13 novembre 1947 sovrastampando tre dei valori della serie dedicata alla Ricostruzione dopo la II Guerra Mondiale. I tre francobolli, nei quali è raffigurato il Santo Marino nell'atto di risollevare la Repubblica (con sembianze femminili), vennero soprastampati per beneficienza con valori da 1 lira a 5 lire, rendendo possibile ricavare dai fogli interi, blocchi (coppie, quartine, ecc.) composti da una grande varietà di combinazioni possibili di tali sovrastampe. L'articolo ripercorre la vita filatelica della serie, detta anche "Alberoniana", che nel corso delle vicissitudini postali del biennio 1947-1948, subì ulteriori sovrastampe per effetto delle modifiche tariffarie.
"Diciottenni: c'è poco da festeggiare" è, invece, l'amaro titolo dell'approfondimento di Gabriele Fabris e Mario Pozzati, sugli esiti per niente positivi della distruzione dei foglietti rosa e azzurro per i neo-maggiorenni. Vengono pubblicati i dati completi suddivisi per "colore" e Filiale (Roma e, a sorpresa, Bari le città più virtuose), dei foglietti distribuiti nel corso del 2006 e dai quali "appare del tutto evidente che il proposito, tanto sbandierato da Poste Italiane, di diffondere la filatelia tra i giovani non è stato affatto conseguito". E per il bis dell'iniziativa nel 2008 a quanto pare... si è ancora in alto mare, almeno per quanto riguarda le misure da adottare per prevenire altre polemiche e riuscire a spedire il francobollo-dono a tutti gli aventi diritto.
L'Opinione di Piero Macrelli, presidente della Federazione tra le Società Filateliche Italiane, intervistato da CF, è proprio su questa linea: "Sì all'emissione se i francobolli destinati ai diciottenni vengono spediti direttamente ai destinatari". E sulla questione dei costi che Poste dovrebbe sostenere per inviare i nuovi "francobolli-dono" a tutti i ragazzi non usa mezzi termini: solo una partita di giro, "soldi che escono dalla Divisione Filatelia ed entrano nella Divisione Corrispondenze".
Un bel pezzo di ricerca storico postale è quello di Danilo Bogoni che, visitando a Roma la sede dell'ISIAO, è andato "Alla riscoperta della nostra filatelia coloniale". Proprio in questi giorni, infatti, è stata riportata alla luce un'ampia documentazione, inedita, conservata presso l'Archivio Segreto del Vaticano dal quale emergerebbe il tentativo di Pio XI di "risparmiare al popolo italiano le rovine, i dolori, i lutti" per l'imminente Guerra fascista in Etiopia. Lettere che il Papa non inviò mai a Mussolini, il quale ebbe comunque il suo Impero anche se a costo di gravi sacrifici. Periodo coloniale che riesce a conservare ancora un grande fascino, soprattutto a livello filatelico e postale, tant'è che Bogoni ha fatto visita a quello che fu l'Ufficio Filatelico dell'Africa Italiana, trasferito nel 1937 all'ex Museo Coloniale e, nel 1995, ereditato dall'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente: preziosi documenti e bozzetti dei francobolli coloniali sono ancora custoditi nella sede di Via Aldovrandi a Roma.
Torna Mario Chesne Dauphinè con la seconda parte della grande storia postale pontificia: "Quel dì che i bersaglieri occuparono Roma" ripercorre, postalmente, il settembre 1870 quando nonostante Pio IX avesse ormai perso ogni potere temporale sul suo stato, ancora per alcuni mesi venne tollerato l'uso dei francobolli pontifici da parte delle autorità del subrentrante Regno di Sardegna.
Sempre piccante, ma al punto giusto, il Signor No con il suo Corsivo di pagina 3: "L'avevo detto che a breve si tornava all'espresso!" fa riferimento all'introduzione da parte di Poste Italiane, per adesso solo a livello sperimentale in 15 città , della Raccomandata 1, un prodotto postale ancora più veloce della già veloce posta prioritaria, ma che sembra preludere ad una "posta1 o PostaPlus o SpeedyPost o chissà come cavolo la chiameranno". E nel frattempo, ammonisce il "volto oscuro della filatelia", non ci resta che iniziare un bel "de profundis per il francobollo e il collezionismo filatelico", dato che l'unico sistema di affrancatura previsto per la Raccomandata 1 è la TPLabel, francobolli esclusi.
Perchè i ragazzi sembrano solo interessati al collezionismo tematico? E' l'interrogativo di Nino Barberis, il decano italiano della filatelia tematica e giovanile (ma anche della meccanofilia), nella sua rubrica Filgiovani. Ed infatti, "Non c'è solo la tematica", scrive Barberis: esistono anche la filatelia tradizionale, l'aerofilatelia, la storia postale, e tante altre forme di collezionismo che i giovani non hanno tra le loro preferenze solo perchè "storicamente, in Italia sono sempre stati i collezionisti tematici ad occuparsi un pò dei problemi della filatelia giovanile". Ma alla fin dei conti ciò che importa è che "dobbiamo trovare una strada per invogliare i ragazzi ad avvicinarsi al francobollo. Che sia la strada tematica o un'altra poco importa".
Ed infine, l'attento sguardo al mercato di Sebastiano Cilio che fa un ragionamento di ampio respiro sulle variabili che concorrono a formare il prezzo di un francobollo, a cominciare dal fatto che il francobollo stesso è una forma, seppur raffinata, di investimento. "E' il commerciante il primo investitore", scrive Cilio. E' lui che costituendo uno stock di materiale da rivendere ai suoi clienti, realizza la primissima forma di investimento, senza sapere se e quando ne otterrà un ritorno. "Se pensasse che i francobolli diminuiscono e basta, non acquisterebbe nulla". Ecco perchè, sottintende il presidente della Borsa Filatelica Nazionale, la prospettiva sulle quotazioni dei francobolli - almeno da parte della classe commerciale - non può mai essere pessimistica. Con riferimento, poi, ai foglietti per i Diciottenni, Cilio osserva come, dopo la loro distruzione, i prezzi delle versioni rosa e azzurro si stiano bilanciando. Il motivo è la differenza di solo 1000 esemplari tra le quantità distribuite dei due colori che non giustificano un divario di prezzo troppo forte.
E non potevano mancare, nell'ultimo numero del 2007, gli auguri da parte di Cronaca Filatelica, che questo "Natale sia sereno e che nella calza la Befana lasci cadere qualche dono filatelico!".
Anche se quest'anno è la Gran Bretagna ad aver fatto le cose in grande con ben 4 francobolli raffiguranti altrettanti "angeli musicanti" realizzati, va sottolineato, da un illustratore italiano, il milanese Marco Ventura che, in un'intervista rilasciata a CF dice che l'esperienza filatelica con le poste inglese è stata tutt'altro che "semplice e lineare". "Appena sentirono che ero italiano si bloccarono", dice Ventura, salvo ottenere, dopo varie insistenze, l'ambito contratto grafico con Royal Mail.
Sempre in ambito filatelico-natalizio, il racconto "non dentellato" di Francarlo Sopranci (nome che probabilmente ne cela un altro, piuttosto famoso dalle parti di CF?) dal titolo "L'ultima calza". Parla di... Beh questo vi lasciamo il piacere di scoprirlo da soli, magari standovene seduti comodamente in poltrona e gustando l'incipiente sapore natalizio.
Dagli angeli si passa ai più terreni "presidenti". O meglio a "le Président" della Repubblica Francese, Nicolas Sarkozy che ha messo d'accordo l'opposizione politica e l'opinione pubblica nell'accusa di non aver dichiarato, al momento della candidatura all'Eliseo, che nel suo patrimonio personale c'era una cospicua collezione di francobolli. "La collezione filatelica di Sarkozy: un affaire", di Umberto Bocus e Domenico Sabbioni, analizza gli aspetti legali e costituzionali della vicenda e riporta (tradotto dal francese) il botta e risposta tra Gauthier Toulemonde, direttore di Timbres Magazine, e "Monsieur le Président" il quale tutt'altro che amareggiato dalle accuse, ha affermato di non aver fatto nulla di disdicevole.
I primissimi giorni di Novembre sono stati funestati dalla querelle per un francobollo che Poste Italiane ha ritirato dalla vendita. Gabriele Fabris, in "Stop tra le polemiche al francobollo per Fiume", ripercorre l'intera vicenda anche con gli echi che essa ha avuto sulla stampa generalista nazionale, soprattutto alla luce delle forti critiche sollevate da parte delle associazioni di esuli delle terre ex-italiane passate alla Jugoslavia al termine della II Guerra Mondiale. E un piccolo segreto sembra svelarsi: l'ormai famosa dizione "Terra orientale già italiana" non è mai stata decisa a livello ministeriale o di Consulta per la Filatelia e tantomeno richiesta dalle stesse Associazioni. Si tratterebbe soltanto di una sorpresina... nata dall'iniziativa di Poste Italiane!
Di una serie molto bella e che si potrebbe "seguire" facilmente per via delle basse quotazioni di catalogo ne parla Domenico Sabbioni in "Che rompicapo quelle soprastampe della Ricostruzione", ovvero della piccola serie di tre valori emessa dalla Repubblica del Titano il 13 novembre 1947 sovrastampando tre dei valori della serie dedicata alla Ricostruzione dopo la II Guerra Mondiale. I tre francobolli, nei quali è raffigurato il Santo Marino nell'atto di risollevare la Repubblica (con sembianze femminili), vennero soprastampati per beneficienza con valori da 1 lira a 5 lire, rendendo possibile ricavare dai fogli interi, blocchi (coppie, quartine, ecc.) composti da una grande varietà di combinazioni possibili di tali sovrastampe. L'articolo ripercorre la vita filatelica della serie, detta anche "Alberoniana", che nel corso delle vicissitudini postali del biennio 1947-1948, subì ulteriori sovrastampe per effetto delle modifiche tariffarie.
"Diciottenni: c'è poco da festeggiare" è, invece, l'amaro titolo dell'approfondimento di Gabriele Fabris e Mario Pozzati, sugli esiti per niente positivi della distruzione dei foglietti rosa e azzurro per i neo-maggiorenni. Vengono pubblicati i dati completi suddivisi per "colore" e Filiale (Roma e, a sorpresa, Bari le città più virtuose), dei foglietti distribuiti nel corso del 2006 e dai quali "appare del tutto evidente che il proposito, tanto sbandierato da Poste Italiane, di diffondere la filatelia tra i giovani non è stato affatto conseguito". E per il bis dell'iniziativa nel 2008 a quanto pare... si è ancora in alto mare, almeno per quanto riguarda le misure da adottare per prevenire altre polemiche e riuscire a spedire il francobollo-dono a tutti gli aventi diritto.
L'Opinione di Piero Macrelli, presidente della Federazione tra le Società Filateliche Italiane, intervistato da CF, è proprio su questa linea: "Sì all'emissione se i francobolli destinati ai diciottenni vengono spediti direttamente ai destinatari". E sulla questione dei costi che Poste dovrebbe sostenere per inviare i nuovi "francobolli-dono" a tutti i ragazzi non usa mezzi termini: solo una partita di giro, "soldi che escono dalla Divisione Filatelia ed entrano nella Divisione Corrispondenze".
Un bel pezzo di ricerca storico postale è quello di Danilo Bogoni che, visitando a Roma la sede dell'ISIAO, è andato "Alla riscoperta della nostra filatelia coloniale". Proprio in questi giorni, infatti, è stata riportata alla luce un'ampia documentazione, inedita, conservata presso l'Archivio Segreto del Vaticano dal quale emergerebbe il tentativo di Pio XI di "risparmiare al popolo italiano le rovine, i dolori, i lutti" per l'imminente Guerra fascista in Etiopia. Lettere che il Papa non inviò mai a Mussolini, il quale ebbe comunque il suo Impero anche se a costo di gravi sacrifici. Periodo coloniale che riesce a conservare ancora un grande fascino, soprattutto a livello filatelico e postale, tant'è che Bogoni ha fatto visita a quello che fu l'Ufficio Filatelico dell'Africa Italiana, trasferito nel 1937 all'ex Museo Coloniale e, nel 1995, ereditato dall'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente: preziosi documenti e bozzetti dei francobolli coloniali sono ancora custoditi nella sede di Via Aldovrandi a Roma.
Torna Mario Chesne Dauphinè con la seconda parte della grande storia postale pontificia: "Quel dì che i bersaglieri occuparono Roma" ripercorre, postalmente, il settembre 1870 quando nonostante Pio IX avesse ormai perso ogni potere temporale sul suo stato, ancora per alcuni mesi venne tollerato l'uso dei francobolli pontifici da parte delle autorità del subrentrante Regno di Sardegna.
Sempre piccante, ma al punto giusto, il Signor No con il suo Corsivo di pagina 3: "L'avevo detto che a breve si tornava all'espresso!" fa riferimento all'introduzione da parte di Poste Italiane, per adesso solo a livello sperimentale in 15 città , della Raccomandata 1, un prodotto postale ancora più veloce della già veloce posta prioritaria, ma che sembra preludere ad una "posta1 o PostaPlus o SpeedyPost o chissà come cavolo la chiameranno". E nel frattempo, ammonisce il "volto oscuro della filatelia", non ci resta che iniziare un bel "de profundis per il francobollo e il collezionismo filatelico", dato che l'unico sistema di affrancatura previsto per la Raccomandata 1 è la TPLabel, francobolli esclusi.
Perchè i ragazzi sembrano solo interessati al collezionismo tematico? E' l'interrogativo di Nino Barberis, il decano italiano della filatelia tematica e giovanile (ma anche della meccanofilia), nella sua rubrica Filgiovani. Ed infatti, "Non c'è solo la tematica", scrive Barberis: esistono anche la filatelia tradizionale, l'aerofilatelia, la storia postale, e tante altre forme di collezionismo che i giovani non hanno tra le loro preferenze solo perchè "storicamente, in Italia sono sempre stati i collezionisti tematici ad occuparsi un pò dei problemi della filatelia giovanile". Ma alla fin dei conti ciò che importa è che "dobbiamo trovare una strada per invogliare i ragazzi ad avvicinarsi al francobollo. Che sia la strada tematica o un'altra poco importa".
Ed infine, l'attento sguardo al mercato di Sebastiano Cilio che fa un ragionamento di ampio respiro sulle variabili che concorrono a formare il prezzo di un francobollo, a cominciare dal fatto che il francobollo stesso è una forma, seppur raffinata, di investimento. "E' il commerciante il primo investitore", scrive Cilio. E' lui che costituendo uno stock di materiale da rivendere ai suoi clienti, realizza la primissima forma di investimento, senza sapere se e quando ne otterrà un ritorno. "Se pensasse che i francobolli diminuiscono e basta, non acquisterebbe nulla". Ecco perchè, sottintende il presidente della Borsa Filatelica Nazionale, la prospettiva sulle quotazioni dei francobolli - almeno da parte della classe commerciale - non può mai essere pessimistica. Con riferimento, poi, ai foglietti per i Diciottenni, Cilio osserva come, dopo la loro distruzione, i prezzi delle versioni rosa e azzurro si stiano bilanciando. Il motivo è la differenza di solo 1000 esemplari tra le quantità distribuite dei due colori che non giustificano un divario di prezzo troppo forte.
E non potevano mancare, nell'ultimo numero del 2007, gli auguri da parte di Cronaca Filatelica, che questo "Natale sia sereno e che nella calza la Befana lasci cadere qualche dono filatelico!".
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