"Posta Italiana: occasione persa!" è il titolo di copertina con il quale Cronaca Filatelica n. 364 - Settembre 2009 in uscita in questi giorni, commenta la recente nuova emissione ordinaria italiana. "Non era difficile migliorarsi dal punto di vista grafico", rileva criticamente Danilo Bogoni. E tuttavia "si è fatto un bel passo avanti rispetto all'odiato Prioritario": "l'immagine della busta che lascia una scia tricolore porta con sè una ventata di freschezza, ma se fosse passata in Commissione sarebbe stata bloccata". Il processo di approvazione della nuova ordinaria, fa notare Bogoni, rappresenta quanto meno un'anomalia non essendo mai stato sottoposto alla Giunta d'Arte la quale "è chiamata ad esaminare e a pronunciarsi su tutti i francobolli, non già solamente su quelli presi in considerazione dalla Consulta o decisi "motu proprio" come è suo diritto, dal Ministro dello Sviluppo Economico". Fosse passata in Commissione, infatti, l'illustrazione dei quattro francobolli e dell'impronta di valore della cartolina postale che costituiscono l'ordinaria (che ancora non si capisce se "sostituisce" soltanto i vecchi prioritari dorati oppura anche la serie Donne nell'Arte!), pur realizzata dal bravo incisore Antonello Ciaburro, "forse qualche dubbio l'avrebbe sollevato". Quanto meno, per lo "spottone che Poste Italiane è riuscita ad ottenere, gratuitamente per di più, dal Ministro Scajola". L'allusione di Bogoni è alla presenza nelle vignette dentellate del logo dell'operatore postale pubblico.
Più conciliante sulla nuova serie ordinaria si è rivelato il giudizio di Riccardo Bodo, già vicedirettore dell'agenzia ANSA, che sentito da CF sull'argomento, promuove con qualche riserva l'emissione. I nuovi dentelli "non sono il top del design inventivo ma non sono poi neanche così orrendi come alcuni li hanno descritti": "lasciano vedere bene l'annullo, sono autoadesivi [...], non pongono problemi di campanile". Anche se, conclude Bodo, mancano sia i bassi valori per integrare le affrancatuer attuali sia quelli di più alto importo.
Tornando a questioni più filateliche, la nuova ordinaria contiene alcuni indubbi miglioramenti rispetto alla vecchia definitiva "autoadesiva": la stampa calcografica a più colori e la microscrittura sono, infatti, ottime misure grafiche anti-contraffazione. Certo, scrive ancora Bogoni, poca roba in confronto a quanto fanno a Londra ormai da moltissimo tempo dove "nella lotta alla contraffazione Royal Mail batte tutti". Ad esempio, i nuovi francobolli britannici d'uso corrente, recano tra l'altro "la scritta Royal Mail ripetuta su tutto il fondo in microscrittura iridescente e due tacche laterali antiriciclaggio".
In occasione dell'ottantesimo anniversario della creazione dello Stato della Città del Vaticano, le poste italiane e vaticane hanno realizzato una celebrazione marcofila congiunta il 1° agosto scorso. Cronaca Filatelica ritorna sull'argomento, ed in particolare sugli "Ottant'anni di francobolli vaticani", con un articolo in cui Gabriele Fabris ripercorre la storia dei servizi postali dello Stato del Papa (affidati dal 1940 ai religiosi dell'ordine degli "Orionini: fedeli servitori di Poste Vaticane") a partire dalla sua costituzione l'11 febbraio 1929 e la prima serie con le chiavi decussate del 1° agosto dello stesso anno, fino all'ultima novità introdotta di recente: la Posta Espressa, un servizio di corriere espresso (basato sul network privato DHL), la cui accettazione avviene presso gli sportelli postali di Oltretevere.
Ancora un super anniversario in questo 2009 per i francobolli di Sicilia, che hanno compiuto 150 anni. Peccato, scrive Domenico Sabbioni, che del suo autore, "Juvara, incisore di Sicilia", le italiche poste se ne siano dimenticati, lasciando che fossero gli organizzatori della manifestazione "Sicilia 09" a tessere le lodi "filateliche" dell'incisore messinese nel 200° della sua nascita, tramite un semplice annullo postale. Una biografia artisticamente densa e drammatica nello stesso tempo, quella di Tommaso Aloysio Juvara: bravissimo incisore, lavorò tra l'altro a Roma, Parma, Napoli e Messina, creando nel 1858 la prima serie di francobolli di Sicilia. Ma distrutto e affranto da una campagna denigratoria messa in piedi contro di lui, il 30 maggio 1875, alla vigilia del suo rientro nella sua Messina, che sarebbe stato trionfale, Juvara decise di togliersi la vita.
La rubrica Area Italiana segnala alcune ghiotte "Sorprese e fuoriprogramma estivi": Danilo Bogoni rivela, ed è la prima volta che la notizia viene resa pubblica, che dei valori sammarinesi da 36c e 85c emessi lo scorso anno per i Giochi di Pechino in realtà esiste una seconda versione: oltre al foglietto di tre esemplari (insieme al nominale da 65c) le poste della Repubblica del Titano hanno pure stampato ulteriori 120.000 esemplari di ciascuno dei due valori, in fogli da 25. Episodio praticamente sconosciuto fino ad oggi "da mettere in relazione alla necessità di disporre di francobolli da vendere al minuto all'Olympic Expo 2008, la manifestazione filatelica di Pechino dal 7 al 18 agosto 2008". Novità vengono segnalate anche per il Vaticano che per il 23 settembre prossimo ha messo in cantiere un bel pacchetto di emissioni compresa la celebrazione dentellata di quel Guglielmo Massaia, frate cappuccino in missione ("tra sofferenze e peripezie inaudite") in Etiopia a cavallo della seconda metà dell'ottocento, per il cui francobollo da 0,60€ è stata "ripescata" la cornice realizzata da Corrado Mezzana per la Definitiva vaticana del 1940-1946.
La Storia Postale (o meglio la storia dei servizi e delle comunicazioni postali) ritorna su CF con la seconda parte dell'articolo di Clemente Fedele "Con o senza busta...". Questa volta viene analizzato "l'involucro nella storia postale", la lettera cioè - quella che noi oggi chiamiamo semplicemente "busta" - e che in passato (in particolare tra Cinquecento e metà Ottocento) era lo stesso foglio di carta sul quale era vergata la comunicazione scritta ripiegato, sigillato e inviato al destinatario. Fedele rileva come il "confezionamento delle lettere non sia un tema banale" e che anzi costituisca un modo curioso per conoscere usi e costumi antichi, un argomento di cui solitamente una "letteratura filatelica disattenta alla forma dei supporti" relega ad un ruolo di secondo piano.
"Contiamoci!" è il titolo, sintetico ma efficace, con il quale si apre la rubrica "Filgiovani": "continuo a ritenere", scrive Nino Barberis, "che per decidere di correggere una certa situazione sia indispensabile conoscere almeno alcuni numeri fondamentali". La situazione cui si fa riferimento è naturalmente la "drammatica situazione della filatelia giovanile italiana" per la quale "se abbiamo veramente intenzione di porvi rimedio, non si ha la piùpallida idea di quali siano le dimensioni del nostro dramma". Ecco allora l'invito a tutti i circoli filatelici aderenti alla Federazione di "mettere insieme una statistica per fasce di età (fino a 20, da 21 a 30, oltre i 90)" per la quale non è necessario disporre di mezzi potenti mezzi informatici ma "solo di un segretario di buona volontà". "Contandoci", dice allora Barberis, "potremmo avere un'idea più precisa della generale impressione dell'invecchiamento della famiglia filatelica nazionale".
Infine, "Uno sguardo al mercato" con Sebastiano Cilio. "Aspettando la ripresa economica", titola il presidente della Borsa Filatelica Nazionale, si respira già "un nuovo venticello positivo tra i commercianti [...] tanto che c'è chi cerca di effettuare acquisti a prezzi sicuramente convenienti". Nel frattempo, naturalmente, "bisogna accumulare nella speranza che si attui la ripresa" in attesa che fra poche settimane escano i nuovi cataloghi 2010.
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