Consueto numero doppio per l'estate di Cronaca Filatelica, che torna in edicola, per i mesi di Luglio e Agosto, con una copertina tutta dedicata alle emissioni filateliche italiane in evidenza in questi giorni, ovvero i francobolli dedicati al 200° Anniversario della nascita di Giuseppe Garibaldi e al 50° compleanno della mitica Fiat 500.
"Cinquecento, simbolo del Bel Paese" è la cover story di Danilo Bogoni: nata nel 1957, come sostituta di un'altra 500 meglio nota come "Topolino", la Nuova 500 rappresentò il rilancio dell'Italia del dopoguerra, una nazione che pian piano ricostruiva la propria società e la propria economia e gli italiani iniziavano a scoprire i piaceri della vita. Tra questi anche il piacere di muoversi, di fare le gite fuori porta, di essere indipendenti: alle famiglie italiane la nuove vettura Fiat, piccolissima e piena di difetti, dallo scarso comfort e priva di qualsiasi sistema di sicurezza, piacque subito, tanto che ne acquistarono svariati milioni, fino al 1975 ultimo anno di produzione. E "Cinquant'anni dopo la crisalide automobilistica è tornata ad aprirsi", scrive Bogoni alludendo al francobollo in uscita il 4 luglio che l'Italia dedica alla mitica vettura e nella cui vignetta c'è un olio su tela di Nino Aimone, figlio di operai Fiat e operaio egli stesso oltre che apprezzato pittore al quale si deve anche il manifesto pubblicitario del 1957 della Nuova Fiat 500, per il quale, i collezionisti, arrivano a sborsare anche 350 euro.
Ma quest'anno non è soltanto la 500 a compiere gli anni. Cronaca Filatelica ricorda come tra gli eventi della storia automobilistica ci sia il leggendario raid Pechino-Parigi del 1907. "L'Italia torna a Pechino cent'anni dopo" è l'articolo con cui viene ripercorso, in termini postali e filatelici, l'avventura del principe Borghese a bordo di una Itala, in un itinerario pionieristico per quei tempi, che è rimasto nella storia. Nessun francobollo è stato messo in cantiere per questo 100° anniversario, ma solo annulli. L'unico ricordo dentellato del raid risale al 1989: un francobollo da 3150 lire che servì ad affrancare le lettere incluse nel dispaccio postale che accompagnò la riproposizione del raid in chiave più moderna e le cui vicende sono raccontate nell'approfondimento "Le emozionanti cronache del raid postale Pechino-Parigi del 1989": l'Itala venne infatti accompagnata nel viaggio da un furgone Iveco adibito ad ufficio postale mobile e riprodotto nell'annullo speciale utilizzato nel dispaccio straordinario.
Era il 4 luglio 1807: nasceva a Nizza, Giuseppe Garibaldi. A distanza di 200 anni, l'Italia celebra il generale che la unificò sotto il regno dei Savoia, con un discreto francobollo da 65c che stranamente Cronaca Filatelica non riproduce, ma che ricorda con un articolo di Gabriele Fabris, dal titolo "Garibaldi torna alla carica". La storia filatelica dell'Eroe dei Due Mondi ripercorre le celebrazioni dentellate italiane a cominciare da quella del 1910, che "in un colpo solo seppe collezionare tre primati", alludendo al fatto che la coppia verde-rossa dedicata a Garibaldi fu la prima serie commemorativa italiana, la prima emissione regionale (fu venduta, infatti, solo in Sicilia) e la prima emissione di beneficienza (con il ricavato devoluto al Comitato Promotore dei festeggiamenti garibaldini). Una serie che rappresenta una pietra miliare in qualsiasi collezione del Regno, ma che non è l'unica dedicata all'eroe: altre emissioni si sono succedute nel 1932, nel 1957 e nel 1982 e molte altre, anche se non direttamente, fanno riferimento all'epopea garibaldina.
Interessante l'intervista a Nino Aquila, grande collezionista ed esperto della filatelia siciliana: "Niente servizi postali durante la spedizione dei Mille" contiene frammenti di storia postale della seconda metà dell'800 con riferimento alla sospensione dei servizi postali in Sicilia voluta proprio da Garibaldi, con il preciso scopo di evitare di essere intercettato dalle forze borboniche. A Garibaldi è poi legata la storia di un famoso francobollo: "Nacque così il mitico mezzo tornese Trinacria del Regno di Napoli" ovvero di come Garibaldi, appena salito al potere in Sicilia, concesse la tanto agognata libertà di stampa dimezzando le tariffe postali per la spedizione dei giornali e autorizzando l'emissione, il 6 novembre 1860, di uno dei più ambiti e quotati francobolli italiani: il Trinacria azzurro da mezzo tornese.
L'attualità filatelica continua nella rubrica Area Italiana: Bogoni, in "L'Italia delle basiliche ora ne ha una in legno", scrive del francobollo in legno dedicato al millenario della Basilica di San Vincenzo in Galliano di Cantù, dell'azienda che ha vinto la fornitura di ben ventiduemila fogli di impiallacciato di betulla al Poligrafico, e di tutto il processo produttivo di questo innovativo francobollo da 2,80€ firmato da Ciaburro.
E', invece, momento di resoconti per Veronafil, la kermesse filatelico-commerciale che si tiene due volte l'anno nella città scaligera: per Sebastiano Cilio, nel suo consueto "Sguardo al mercato", l'evento veronese rimarrà "Per sempre. Nel bene e nel male!". Nonostante i pareri contrastanti degli operatori commerciali, è un convegno al quale non si può rinunciare dato che le sue due importanti edizioni, quella primaverile e quella invernale, sono anche "un termometro e una prova sul campo del commercio filatelico", scrive Cilio. Anche se "Dubbi e incertezze aleggiano sul futuro di Veronafil": Noè Castagnaro ha provato a sentire le opinioni di alcuni importanti operatori italiani, da Dellavalle a Vaccari, da Zanaria a Ghiglione. Per ciascuno, alti e bassi, mercato più o meno stabile o in ripresa, convegno soddisfacente e fiacco: insomma, pareri anche molto contrastanti che non fanno che incupire le sorti di questo grande evento italiano già ampiamente messo in discussione dalla recente modifica, da parte della Fiera di Verona, delle date dicembrine che entrerebbero in conflitto con l'apertura dei negozi dei vari commercianti.
Si continua a parlare di mostre nell'apposita rubrica: "Mostre in giugno dal Titano all'Adriatico" è il resoconto della manifestazione che San Marino ha dedicato al Postiglione (e che ha visto le "conversazioni" di illustri filatelisti, da Bruno Crevato Selvaggi e Franco Filanci, a Carlo Sopracordevole, per citarne alcuni) e di Alpeadria 2007, la mostra internazionale svoltasi a Caorle e riservata ai collezionisti di Emilia, Tre Venezie, Lombardia, Croazia, Slovenia, Ungheria, Austria, Svizzera (Canton Ticino) e Germania (Baviera) che ha visto trionfare la collezione "Romania 1818-1872" del bavarese Reinhold Sterzer e con "Trieste, corrispondenze da e per gli Antichi Stati italiani e l'Italia", l'onnipresente Saverio Imperato.
In un'intervista che leggiamo nelle ultime pagine, Marisa Giannini, direttrice della Divisione Filatelia di Poste Italiane, ha chiarito che "Il regolamento relativo alla consegna dei francobolli ai diciottenni residenti in Italia preannunciava un Regolamento ad hoc per i diciottenni italiani residenti all'estero". Ecco perchè la distruzione dei tanto bistrattati foglietti per i neo-maggiorenni ha subito una enorme dilazione nel tempo, spostandosi alla fine di settembre e procurando a Poste molte critiche. In altri termini, secondo la Giannini, l'informazione su questi specialissimi francobolli è avvenuta in modo puntuale attraverso il sito web di Poste Italiane e la Gazzetta Ufficiale: effettivamente, due dei più diffusi strumenti di informazione per i giovani residenti all'estero!!!
Un salto nella filatelia internazionale ce lo fa fare Franco Filanci con i famosissimi francobollini inglesi denominati "Machin" dal cognome del loro autore. "Oh quanti bei lifting, madama Machin!" è la storia dell'effigie reale di Elisabetta II che, riprodotta per la prima volta su francobolli del 1967, ha attraversato indenne ben quarant'anni della filatelia britannica, anche se con qualche ritocco e decine e decine di emissioni e tirature. Persino la regina, al momento di dare la sua approvazione, decise che andava scongiurato quell'effetto "ghigliottina" in cui l'effigie reale sembrava "decapitata": era molto meglio ampliare le spalle sovrane e alleggerire la scollatura, dando vita ai francobolli che tutti oggi conosciamo in svariati colori e tantissimi valori nominali.
La storia postale, su questo numero di CF, è ristretta all'"Avventura dei Vapori Postali transatlantici", ovvero ai collegamenti con l'America del Sud nella seconda metà dell'Ottocento. Mario Chesne Dauphinè, in questa prima parte dell'articolo che proseguirà sul prossimo numero, narra delle vicissitudini che una lettera doveva sopportare per raggiungere il Sud America dall'Italia e viceversa. Ai primi dell'800 le rotte atlantiche erano appannaggio soltanto di compagnie inglesi o francesi, alle quali bisognava sottostare per i dispacci italiani destinati all'estero. Solo nel 1852 venne fondata la Compagnia Transatlantica per venire incontri alle crescenti esigenze di "comunicazione" con gli italiani stanziati in Argentina e Uruguay: una convenzione con lo Stato Sardo consentiva il trasporto gratuito della posta sino ai porti di Buenos Aires e Montevideo.
E per rimanere in Argentina, Cronaca Filatelica ci ricorda la Guerra Delle Falkland ormai entrata negli annali della storia e che divampò nel 1982 in un remoto lembo di terra affiorante dalle acque dell'Oceano Atlantico, sotto dominio britannico. 25 anni fa l'Argentina decise che le isole Malvine, nome spagnolo dato alle isole Falkland, dovessero ritornare alla madre patria: la guerra che ne scaturì provocò centinaia di morti da entrambe le parti con la sconfitta delle forze argentine e la vittoria dei britannici guidati dalla sempre più popolare Margaret Thatcher, la Lady di Ferro. La guerra durò un tempo relativamente breve nel quale però l'Argentina ebbe il tempo di installare propri uffici postali durante il periodo della conquista. Alla storia postale di quel periodo è dedicato il libro "El Correo Argentino en Malvinas" di Osvaldo Mario Giordano che contiene i ricordi postali di quel conflitto.
La rubrica di filatelia giovanile di Nino Barberis, questa volta approda in Spagna, dove esiste una straordinaria equipe di monitori, "gente preparata in maniera direi quasi professionale", Per Barberis "L'Esempio Spagnolo" è quindi da tenere in assoluta considerazione se "vogliamo trarre nuova linfa dall'unico ricco serbatoio del quale disponiamo: la scuola". Ormai, "referenti filatelici e insegnanti scolastici non motivati", non sono più sufficienti a smuovere una situazione di grave stallo per la filatelia italiana: la colpa non è sempre di computer e altre tentazioni giovanili, scrive Barberis!
E se la filatelia giovanile non va bene e quella "dei grandi" ondeggia tra alti e bassi, forse sognare potrebbe aiutare. Come ha fatto il Signor No con il suo corsivo "I had a dream": "sognavo che non riuscivo a dormire per i troppi pensieri, dato che mi attendeva la quarta domenica filatelica più spettacolare della mia vita... Ma forse no, forse stavo già dormendo. E facevo un bel sogno, anzi stupendo. Ho sognato una filatelia veramente del Terzo Millennio. Aperta ai giovani, alle idee nuove, al futuro". Ma... occhio... era solo un sogno!
"Cinquecento, simbolo del Bel Paese" è la cover story di Danilo Bogoni: nata nel 1957, come sostituta di un'altra 500 meglio nota come "Topolino", la Nuova 500 rappresentò il rilancio dell'Italia del dopoguerra, una nazione che pian piano ricostruiva la propria società e la propria economia e gli italiani iniziavano a scoprire i piaceri della vita. Tra questi anche il piacere di muoversi, di fare le gite fuori porta, di essere indipendenti: alle famiglie italiane la nuove vettura Fiat, piccolissima e piena di difetti, dallo scarso comfort e priva di qualsiasi sistema di sicurezza, piacque subito, tanto che ne acquistarono svariati milioni, fino al 1975 ultimo anno di produzione. E "Cinquant'anni dopo la crisalide automobilistica è tornata ad aprirsi", scrive Bogoni alludendo al francobollo in uscita il 4 luglio che l'Italia dedica alla mitica vettura e nella cui vignetta c'è un olio su tela di Nino Aimone, figlio di operai Fiat e operaio egli stesso oltre che apprezzato pittore al quale si deve anche il manifesto pubblicitario del 1957 della Nuova Fiat 500, per il quale, i collezionisti, arrivano a sborsare anche 350 euro.
Ma quest'anno non è soltanto la 500 a compiere gli anni. Cronaca Filatelica ricorda come tra gli eventi della storia automobilistica ci sia il leggendario raid Pechino-Parigi del 1907. "L'Italia torna a Pechino cent'anni dopo" è l'articolo con cui viene ripercorso, in termini postali e filatelici, l'avventura del principe Borghese a bordo di una Itala, in un itinerario pionieristico per quei tempi, che è rimasto nella storia. Nessun francobollo è stato messo in cantiere per questo 100° anniversario, ma solo annulli. L'unico ricordo dentellato del raid risale al 1989: un francobollo da 3150 lire che servì ad affrancare le lettere incluse nel dispaccio postale che accompagnò la riproposizione del raid in chiave più moderna e le cui vicende sono raccontate nell'approfondimento "Le emozionanti cronache del raid postale Pechino-Parigi del 1989": l'Itala venne infatti accompagnata nel viaggio da un furgone Iveco adibito ad ufficio postale mobile e riprodotto nell'annullo speciale utilizzato nel dispaccio straordinario.
Era il 4 luglio 1807: nasceva a Nizza, Giuseppe Garibaldi. A distanza di 200 anni, l'Italia celebra il generale che la unificò sotto il regno dei Savoia, con un discreto francobollo da 65c che stranamente Cronaca Filatelica non riproduce, ma che ricorda con un articolo di Gabriele Fabris, dal titolo "Garibaldi torna alla carica". La storia filatelica dell'Eroe dei Due Mondi ripercorre le celebrazioni dentellate italiane a cominciare da quella del 1910, che "in un colpo solo seppe collezionare tre primati", alludendo al fatto che la coppia verde-rossa dedicata a Garibaldi fu la prima serie commemorativa italiana, la prima emissione regionale (fu venduta, infatti, solo in Sicilia) e la prima emissione di beneficienza (con il ricavato devoluto al Comitato Promotore dei festeggiamenti garibaldini). Una serie che rappresenta una pietra miliare in qualsiasi collezione del Regno, ma che non è l'unica dedicata all'eroe: altre emissioni si sono succedute nel 1932, nel 1957 e nel 1982 e molte altre, anche se non direttamente, fanno riferimento all'epopea garibaldina.
Interessante l'intervista a Nino Aquila, grande collezionista ed esperto della filatelia siciliana: "Niente servizi postali durante la spedizione dei Mille" contiene frammenti di storia postale della seconda metà dell'800 con riferimento alla sospensione dei servizi postali in Sicilia voluta proprio da Garibaldi, con il preciso scopo di evitare di essere intercettato dalle forze borboniche. A Garibaldi è poi legata la storia di un famoso francobollo: "Nacque così il mitico mezzo tornese Trinacria del Regno di Napoli" ovvero di come Garibaldi, appena salito al potere in Sicilia, concesse la tanto agognata libertà di stampa dimezzando le tariffe postali per la spedizione dei giornali e autorizzando l'emissione, il 6 novembre 1860, di uno dei più ambiti e quotati francobolli italiani: il Trinacria azzurro da mezzo tornese.
L'attualità filatelica continua nella rubrica Area Italiana: Bogoni, in "L'Italia delle basiliche ora ne ha una in legno", scrive del francobollo in legno dedicato al millenario della Basilica di San Vincenzo in Galliano di Cantù, dell'azienda che ha vinto la fornitura di ben ventiduemila fogli di impiallacciato di betulla al Poligrafico, e di tutto il processo produttivo di questo innovativo francobollo da 2,80€ firmato da Ciaburro.
E', invece, momento di resoconti per Veronafil, la kermesse filatelico-commerciale che si tiene due volte l'anno nella città scaligera: per Sebastiano Cilio, nel suo consueto "Sguardo al mercato", l'evento veronese rimarrà "Per sempre. Nel bene e nel male!". Nonostante i pareri contrastanti degli operatori commerciali, è un convegno al quale non si può rinunciare dato che le sue due importanti edizioni, quella primaverile e quella invernale, sono anche "un termometro e una prova sul campo del commercio filatelico", scrive Cilio. Anche se "Dubbi e incertezze aleggiano sul futuro di Veronafil": Noè Castagnaro ha provato a sentire le opinioni di alcuni importanti operatori italiani, da Dellavalle a Vaccari, da Zanaria a Ghiglione. Per ciascuno, alti e bassi, mercato più o meno stabile o in ripresa, convegno soddisfacente e fiacco: insomma, pareri anche molto contrastanti che non fanno che incupire le sorti di questo grande evento italiano già ampiamente messo in discussione dalla recente modifica, da parte della Fiera di Verona, delle date dicembrine che entrerebbero in conflitto con l'apertura dei negozi dei vari commercianti.
Si continua a parlare di mostre nell'apposita rubrica: "Mostre in giugno dal Titano all'Adriatico" è il resoconto della manifestazione che San Marino ha dedicato al Postiglione (e che ha visto le "conversazioni" di illustri filatelisti, da Bruno Crevato Selvaggi e Franco Filanci, a Carlo Sopracordevole, per citarne alcuni) e di Alpeadria 2007, la mostra internazionale svoltasi a Caorle e riservata ai collezionisti di Emilia, Tre Venezie, Lombardia, Croazia, Slovenia, Ungheria, Austria, Svizzera (Canton Ticino) e Germania (Baviera) che ha visto trionfare la collezione "Romania 1818-1872" del bavarese Reinhold Sterzer e con "Trieste, corrispondenze da e per gli Antichi Stati italiani e l'Italia", l'onnipresente Saverio Imperato.
In un'intervista che leggiamo nelle ultime pagine, Marisa Giannini, direttrice della Divisione Filatelia di Poste Italiane, ha chiarito che "Il regolamento relativo alla consegna dei francobolli ai diciottenni residenti in Italia preannunciava un Regolamento ad hoc per i diciottenni italiani residenti all'estero". Ecco perchè la distruzione dei tanto bistrattati foglietti per i neo-maggiorenni ha subito una enorme dilazione nel tempo, spostandosi alla fine di settembre e procurando a Poste molte critiche. In altri termini, secondo la Giannini, l'informazione su questi specialissimi francobolli è avvenuta in modo puntuale attraverso il sito web di Poste Italiane e la Gazzetta Ufficiale: effettivamente, due dei più diffusi strumenti di informazione per i giovani residenti all'estero!!!
Un salto nella filatelia internazionale ce lo fa fare Franco Filanci con i famosissimi francobollini inglesi denominati "Machin" dal cognome del loro autore. "Oh quanti bei lifting, madama Machin!" è la storia dell'effigie reale di Elisabetta II che, riprodotta per la prima volta su francobolli del 1967, ha attraversato indenne ben quarant'anni della filatelia britannica, anche se con qualche ritocco e decine e decine di emissioni e tirature. Persino la regina, al momento di dare la sua approvazione, decise che andava scongiurato quell'effetto "ghigliottina" in cui l'effigie reale sembrava "decapitata": era molto meglio ampliare le spalle sovrane e alleggerire la scollatura, dando vita ai francobolli che tutti oggi conosciamo in svariati colori e tantissimi valori nominali.
La storia postale, su questo numero di CF, è ristretta all'"Avventura dei Vapori Postali transatlantici", ovvero ai collegamenti con l'America del Sud nella seconda metà dell'Ottocento. Mario Chesne Dauphinè, in questa prima parte dell'articolo che proseguirà sul prossimo numero, narra delle vicissitudini che una lettera doveva sopportare per raggiungere il Sud America dall'Italia e viceversa. Ai primi dell'800 le rotte atlantiche erano appannaggio soltanto di compagnie inglesi o francesi, alle quali bisognava sottostare per i dispacci italiani destinati all'estero. Solo nel 1852 venne fondata la Compagnia Transatlantica per venire incontri alle crescenti esigenze di "comunicazione" con gli italiani stanziati in Argentina e Uruguay: una convenzione con lo Stato Sardo consentiva il trasporto gratuito della posta sino ai porti di Buenos Aires e Montevideo.
E per rimanere in Argentina, Cronaca Filatelica ci ricorda la Guerra Delle Falkland ormai entrata negli annali della storia e che divampò nel 1982 in un remoto lembo di terra affiorante dalle acque dell'Oceano Atlantico, sotto dominio britannico. 25 anni fa l'Argentina decise che le isole Malvine, nome spagnolo dato alle isole Falkland, dovessero ritornare alla madre patria: la guerra che ne scaturì provocò centinaia di morti da entrambe le parti con la sconfitta delle forze argentine e la vittoria dei britannici guidati dalla sempre più popolare Margaret Thatcher, la Lady di Ferro. La guerra durò un tempo relativamente breve nel quale però l'Argentina ebbe il tempo di installare propri uffici postali durante il periodo della conquista. Alla storia postale di quel periodo è dedicato il libro "El Correo Argentino en Malvinas" di Osvaldo Mario Giordano che contiene i ricordi postali di quel conflitto.
La rubrica di filatelia giovanile di Nino Barberis, questa volta approda in Spagna, dove esiste una straordinaria equipe di monitori, "gente preparata in maniera direi quasi professionale", Per Barberis "L'Esempio Spagnolo" è quindi da tenere in assoluta considerazione se "vogliamo trarre nuova linfa dall'unico ricco serbatoio del quale disponiamo: la scuola". Ormai, "referenti filatelici e insegnanti scolastici non motivati", non sono più sufficienti a smuovere una situazione di grave stallo per la filatelia italiana: la colpa non è sempre di computer e altre tentazioni giovanili, scrive Barberis!
E se la filatelia giovanile non va bene e quella "dei grandi" ondeggia tra alti e bassi, forse sognare potrebbe aiutare. Come ha fatto il Signor No con il suo corsivo "I had a dream": "sognavo che non riuscivo a dormire per i troppi pensieri, dato che mi attendeva la quarta domenica filatelica più spettacolare della mia vita... Ma forse no, forse stavo già dormendo. E facevo un bel sogno, anzi stupendo. Ho sognato una filatelia veramente del Terzo Millennio. Aperta ai giovani, alle idee nuove, al futuro". Ma... occhio... era solo un sogno!
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