Puntuale è arrivato, nei giorni scorsi, l'ultimo volume (il n.119 - Marzo 2011) della rivista "Posta militare e storia posteltale", l'organo sociale (ma, non solo, dato che il piglio è quello di una vera e propria rivista di approfondimento) dell'AICPM. Oltre 60 pagine interamente a colori, il notiziario si apre com'è consuetudine, con l'Editoriale del presidente: Piero Macrelli questa volta non può nascondere l'entusiasmo per i risultati raggiunti negli ultimi mesi (oltre 120 nuovi soci da settembre ad oggi e l'inatteso successo per il volume sulla Repubblica Sociale Italiana firmato da Luigi Sirotti che è stato già distribuito a circa 600 soci) cercando di analizzarne le origini: "condizioni particolarmente favorevoli riservate ai nuovi soci", "il volume RSI dato in omaggio" e naturalmente la preziosa collaborazione di tutti.
E allora, ecco i programmi per quest'anno: migliorare il sistema di vendita-scambio tra soci, realizzare una serie di volumi dedicati alle Colonie (coordinamento affidato a Bruno Crevato-Selvaggi, con Fiorenzo Longhi a curare il reparto Aviazione e Alessandro Arseni la Marina). Potrebbe invece essere pronto per Maggio (e distribuito durante il prossimo Veronafil) il volume di Valter Astolfi dedicato ai Telegrafi Italiani 1847-1946.
Insomma, l'Associazione dei Collezionisti di Posta Militare si conferma una fucina di attività promozionali e divulgative tanto da farla scendere in campo anche a "sostegno" dell'Istituto di Studi Storici Postali di Prato che, venuti meno i finanziamenti - già risicati - del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (che ne aveva riconosciuto la benemerita attività di custode di eccezionali documenti storico-postali, ma privandola di fatto di sostegno economico), necessita di altre fonti di "sopravvivenza". Ecco che tutti i soci AICPM che si iscriveranno all'ISSP riceveranno un volume in omaggio tra quelli editi dall'associazione guidata dall'Ing. Macrelli.
Tornando alla Rivista di Posta Militare, un numero come sempre pieno di interessanti articoli.
A cominciare dalla prima parte de "La posta verso la madrepatria degli italiani a Creta ed in Egeo dopo l'Armistizio del 1943", in cui Valter Astolfi illustra con dovizia di dettagli storici e con quei pochi e rari documenti postali sopravvissuti al tempo relativi alle corrispondenze tra gli italiani prigionieri dei tedeschi e le loro famiglie. Oltre che per il tramite della Croce Rossa, la maggior parte di tali missive (perlopiù cartoline postali) viaggiò via mare, ma soprattutto via aerea, attraverso gli uffici della Feldpost di cui Astolfi fornisce un rigoroso e lunghissimo elenco.
Prima parte anche per l'articolo di Luigi Sirotti dedicato ad un nuovo capitolo della grande "storia postale d'Italia". Questa volta a finire sotto esame sono le "Tariffe, affrancature, carte valori e oggetti postali dal giugno 1943 al giugno 1946", ovvero durante il Regno di Vittorio Emanuele III, della successiva Luogotenenza e del conclusivo Regno di Umberto II. Si inizia con l'esame dei servizi postali e della censura in Sicilia durante i primi mesi di occupazione alleata.
Alessandro Arseni narra invece della "Partecipazione della Regia Marina nelle trasvolate transatlantiche del 1930-1933", un capitolo della storia postale italiana poco conosciuto e praticamente "ignorato" a causa della scarsità di documentazione postale disponibile sul mercato. "Eppure", conferma Arseni, "senza la partecipazione della Marina [...] le eroiche trasvolate non sarebbero state possibili, perchè l'assistenza delle unità ai trasvolatori fu essenziale alla buona riuscita dell'impresa". L'autore, oltre alla ricostruzione storica e postale di quelle trasvolate (come quella di Balbo, dall'Italia al Brasile del 1930/31 o la Crociera Aerea del Decennale del 1933), riproduce alcune cartoline recanti gli annulli degli uffici postali di bordo delle navi utilizzate.
Seconda parte, invece, dell'articolo sullo "Smembramento della Polonia" ad opera delle armate tedesche. Ivan Cacitti completa così il suo intervento sul periodo più drammatico per i polacchi, fornendo notizie postali (tariffe, affrancature, annullamenti) delle neo costituite province di Wartheland, Alta Slesia, Prussia Orientale e del territorio di Bialystok.
Dei "prigionieri ed internati italiani in Tibet" tra il 1941 e il 1946, scrive Franco Napoli: considerati "i Dimenticati", su di essi esistono scarse informazioni. Non esiste infatti sull'argomento alcun lavoro scientifico (come per l'Australia o la Germania), pertanto molte delle notizie fornite sono "estrapolate" dalle stesse missive indagate dall'autore. Una prigionia durissima, quella degli italiani rinchiusi nei famigerati campi della città fantasma di Yol, nell'India coloniale britannica, della quale sono rimaste pochissime tracce postali. In particolare si analizza il servizio per l'estero, che avveniva perlopiù tramite Croce Rossa, via di superficie e più raramente via aerea, attraverso la cosiddetta "Horseshoe Route", la "strada a ferro di cavallo" che univa con aerei della Imperial Airways/BOAC Auckland (in Nuova Zelanda) con Durban (in Sudafrica), avendo come fulcro l'Egitto.
Infine, due pagine dedicati agli aggiornamenti al catalogo di Cerruto e Colla sulla Franchigia Militare Italiana (1912-1946), a dimostrazione che sull'argomento ancora non è stato scritto tutto.
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