Il 2010 è stato un anno ricco di soddisfazioni per l'Associazione Italiana dei Collezionisti di Posta Militare (www.aicpm.net), che ha visto nella grande "festa" di Verona (preparata nei minimi dettagli e svolta in novembre durante Veronafil) il momento culminante della vita associativa, con l'Assemblea dei soci, la ricca mostra a competizione con le sezioni di qualificazione e il Gran Premio AICPM (assegnato a Renato Giacomantonio con la sua "Da Assab all'Eritrea") e naturalmente l'attesa presentazione del nuovissimo volume di Luigi Sirotti, "La Repubblica Sociale Italiana - I servizi di posta civile nel territorio Metropolitano", testo distribuito gratuitamente ai soci ma acquistabile da "tutti" sul sito di Poste Italiane al prezzo di 40,00€.I dettagli e i risultati dell'evento veronese sono racchiusi nell'Editoriale del presidente Piero Macrelli pubblicato sull'ultimo numero di "Posta militare e storia postale" (n.118, Gennaio 2011). Tanti, e sempre di grande interesse storico e postale, gli articoli pubblicati sulla rivista dell'AICPM.
A cominciare da "Il Corpo di spedizione sardo nella Guerra di Crimea" in cui Valter Astolfi narra gli antefatti e le vicende che condussero il Regno di Sardegna a dichiarare guerra alla Russia, in una grande Alleanza che includeva anche Francia, Inghilterra e Turchia. Di quella guerra del 1855, dell'arrivo dei soldati sardi nella zona intorno a Sebastopoli, della battaglia della Cernaia, il più importante evento bellico dell'intera Guerra di Crimea, e della decisiva e conclusiva presa di Sebastopoli con la conseguente firma della Pace con i Russi, restano poche ma importanti tracce postali. Il Corpo di Spedizione sardo, infatti, dislocò in terra d'operazioni un efficiente servizio postale militare con uffici a Balaclava e a Costantinopoli. Astolfi spiega, aiutato dalla riproduzione di documenti d'epoca, la struttura postale impiegata, gli annullamenti, le tariffe, i francobolli utilizzati, l'instradamento e le destinazioni delle corrispondenze dei militari sardi.
Gianfranco Rossetti affronta un servizio destinato alla corrispondenza anche se poco noto, ovvero il "Servizio dei Conti di Crediti, tra il 1944 e il 1946 in Nord Italia". "L'utilizzo dei conti di credito fu particolarmente diffuso durante la R.S.I.", ricorda l'autore, "per la carenza dei valori postali verificatasi per un lungo periodo". Ecco allora che tale servizio, "predisposto addirittura con il primo regolamento postale unitario del 1861 e riservato ad utenti - perlopiù Enti - di sicura solvenza [...] per facilitare le operazioni inerenti al loro traffico della corrispondenza previo deposito convenzionale" viene presentato attraverso le immagini dei Modelli postali adottati dalle poste RSI tra il 1944 e il 1945 e in periodo Luogotenenziale, tra il 1944 e il 1946.
Terza puntata per l'articolo di Luigi Sirotti su "La censura postale della corrispondenza nelle province di Alpenvorland e Adria (1943-1945)". Questa volta viene esaminato, con abbondanza di illustrazioni, il funzionamento della censura postale e i percorsi seguiti dai dispacci trasmessi tramite la Deutsche Dienstpost "DDP", attiva nei territori italiani occupati dai tedeschi, e la posta civile della RSI.
La "Posta privata statunitense in valigia diplomatica" è uno di quei rarissimi casi in cui si possono osservate "obliterazioni legittimamente utilizzate da uffici postali su francobolli esteri (cartoline-risposta, paquebot, ecc.)". Carmine Criscuolo, utilizzando alcune missive viaggiate dall'Italia (in periodo Regno e Repubblica) verso gli USA, spiega i casi più emblematici di affrancature apposte "sulla corrispondenza privata del personale statunitense operante in stati esteri e inoltrata a mezzo valigia diplomatica". Tali buste, regolarmente affrancate secondo le tariffe italiane e con francobolli italiani, venissero altrettanto regolarmente annullate all'arrivo con timbri americani.
Con Ivan Cacitti si fa un salto indietro al 1° settembre 1939, all'inizio della II Guerra Mondiale e a quel momento cruciale che fu "Lo smembramento della Polonia" ad opera dei tedeschi. La creazione del Governatorato Generale e la gestione della posta generata dai civili, dai militari e dai prigionieri condusse alla creazione di un avanzato sistema postale affidato alla Reichspost e chiamata "Deutsche Dienstpost Osten", a copertura dell'intera Polonia occupata. Cacitti illustra gli annullamenti, il sistema monetario, la "germanizzazione" dei nomi delle località, gli annulli commemorativi e, naturalmente, i francobolli emessi per quei territori.
A concludere questo volume di Posta militare l'articolo di Enrico Bettazzi sulla "Posta da Campo Britannica in Italia nella Seconda Guerra Mondiale". La posta militare inglese, infatti, operò nella penisola sia durante tutto il periodo bellico e anche nei primi anni del dopoguerra, attraverso una fitta rete di circa 100 uffici (Field Post Office e Army Post Office) che l'autore elenca in modo preciso, fornendo anche interessanti dettagli sul loro funzionamento. Ciascuno ebbe il proprio annullo postale. Alcuni, naturalmente, più rari e ricercati degli altri. Come quello del FPO 726 utilizzato prevalentemente dalla Brigata Ebraica che si mosse in nord Italia tra Trentino e Venezia Giulia. Oppure gli annulli dei vai FPO inglesi che servirono esclusivamente reparti non britannici (perlopiù americani e canadesi).
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