Dopo i festeggiamenti per il ventennale (e del volume n.40), Vaccari Magazine entra nel nuovo anno con la pubblicazione del numero 41 (Maggio) come sempre ricco di articoli di filatelia e storia postale italiana.
Pur "mantenendo invariate le caratteristiche ormai consolidate", si legge nell'Editoriale del direttore Paolo Vaccari, la casa di Vignola sta preparando alcune interessanti novità già dal prossimo numero: "entreranno a far parte delle pagine "vetrina" anche francobolli o lettere del 1900 che abbiano un interesse analogo a quelle pubblicate fino ad ora nella rubrica dei francobolli del 1800". Proprio perchè anche la filatelia e la storia postale del '900 "propongono ottime opportunità".
Questo numero del Magazine si apre con un ricordo di due personaggi del mondo filatelico venuti a mancare negli ultimi mesi: Fortunato Marchetto, esperto di fiscali, e Jean Fissore, Presidente del Club di Montecarlo. Quindi è la volta della rubrica "Francobolli dell'800" che, in italiano ed in inglese, commenta alcune rarità degli Antichi Stati e del Regno di particolare interesse filatelico e postale.
Vent'anni fa cadeva il Muro di Berlino. Fabio Bonacina ripercorre in chiave prettamente filatelica quel "formidabile" anno 1989, dal cauto percorso ungherese (ovvero l'abbattimento della barriera di confine con l'Austria), ai fatti cruenti di Romania, all'unificazione della Germania, facendo un salto indietro agli anni dell'immediato dopoguerra quando, per "annullare" i simboli del nazismo (volto di Hitler compreso) si usarano stemmi, slogan e sovrastampe varie, in un "confronto postale" tra potenze durato quarant'anni.
Dei "rapporti postali del Regno Lombardo Veneto con lo Stato Pontificio tra il 1815 e il 1816" scrive Lorenzo Carra nella prima parte di una serie di articoli che tratteranno un argomento "particolarmente complesso" a causa della "poco omogenea conformazione territoriale dello Stato Pontificio". Regioni che ebbero vicissitudini diverse nel tempo, con riflessi soprattutto nelle tariffe postali. Carra illustra le unità di peso, le monete e le convenzioni postali in atto tra i due Antichi Stati, anche attraverso una vasta riproduzione di missive dell'epoca.
Terza parte per le "Considerazioni storico-postali" di Mario Mentaschi che prende in esame altre lettere dello Stato Pontificio nelle quali l'affrancatura non concorda con la normativa postale dell'epoca in cui la lettera venne impostata, proponendo un attento (e documentato) esame a caccia di eventuali manipolazioni.
Francesco Lombardo scrive di posta siciliana tra il 1859 e il 1860 con particolare riferimento alla "Corsa da Palermo a Mazzara. L'officina postale di Partinico". La cittadina, che nel 1861 contava quasi ventimila abitanti, era già un importante snodo postale sulla via tra Palermo, Trapani e Mazzara: vengono illustrate alcune corrispondenze d'epoca con il tradizionale (seppure raro) annullo ovale di "PARTINICO".
Franco Finetti torna a scrivere del "Mito dei Cuori Toscani" definendoli senza mezzi termini come "Falsi datari del "neoromanticismo"". Ed in effetti le descrizioni puramente estetiche e i toni romantici utilizzati da molti autori per descrivere questi caratteristici annulli a forma di cuore hanno soltanto creato delle leggende sul loro conto che non corrispondono alla realtà dei fatti. Finetti propone "una nuova teoria": rileggendo accuratamente i documenti già conosciuti e pubblicati si tratterebbe non già di bolli datari bensì di timbrature di natura contabile. Alla luce di questa nuova analisi, Finetti propone un proprio "catalogo dei cuori" (utilizzati tra la seconda metà del '700 e i primi decenni dell'800 a Firenze, Livorno e Siena) basato questa volta su "criteri chiari e ben specificati" evitando di ricorrere a date e valutazioni di fantasia. Ancora Finetti scrive di Strade Ferrate Toscane con riferimento ad un timbro ovale con Trenino utilizzato a Siena nel 1850 e che potrebbe essere un "caso unico di bollo postale non emesso".
Giovanni Fulcheris conclude il lungo excursus che lo ha portato in diciassette articoli ad analizzare "Uno per uno i francobolli dello Stato dello Città del Vaticano". Questa volta, nel capitolo XXIII, si può leggere degli interi postali del pontificato di Papa Pio XII emessi nel periodo successivo alla II Guerra Mondiale.
A puntate (siamo alla terza) anche l'articolo di Luigi Sirotti sulla Storia Postale d'Italia dedicato alla "corrispondenza civile nella Venezia Giulia" tra il 1945 e il 1946. Questa volta tocca all'emissione AMG-VG ottenuta sovrastampando francobolli della serie Imperiale e della Democratica, accompagnato da utili specchietti con periodi tariffari, tariffe postali, posta aerea, interi postali, tassazioni, bolli di censura.
Emilio Simonazzi in "Frodi centenarie" svela due frodi postali d'epoca realizzate nell'ufficio di Giarre utilizzando francobolli usati su affrancature di Sicilia.
Giuseppe Pallini, invece, illustra (e chiede spiegazioni a chi avesse ulteriori notizie) un curioso bollo "NULLA" ritrovato su diverse corrispondenze dei primi anni del '900 ed usato per annullare i francobolli. La dizione "Nulla" era utilizzata nel servizio pacchi ed applicata sui bollettini di spedizione nello spazio destinato al "valore dichiarato". Ma come mai è stato impiegato come annullatore su francobolli del Regno?
E' risaputo che il Matraire nell'allestimento del francobollo litografico da 15c del 1863 ricorse spesso alla sostituzione delle unità gravemente difettate o avariate con altre più nuove. I cosiddetti "substituted transfers" sono illustrati da Adolfo Baffi nella prima parte dell'articolo "I transfer del 15 centesimi litografato 1863 del 1° tipo".
Antonio Ferrario, Massimo Manzoni e Angelo Teruzzi, infine, scrivono della tariffa da "7 bajocchi e mezzo" stabilita nella cosiddetta Notifica Tosti del 2 novembre 1844 che riorganizzò e riassunse in un unico documento tutta la normativa postale pontificia.
Tocca al direttore Paolo Vaccari concludere il n. 41 del Magazine con la rubrica "A mio parere" (nella quale analizza l'assenza dell'effigie di Vittorio Emanuele II in numerosi esemplari del Regno di Sardegna) e l'Evoluzione del bollo per raccomandata di Massa Carrara nel periodo 1838-1861.
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