Quella di ieri, martedì 30 ottobre 2007, è stata sicuramente una brutta giornata per la filatelia italiana, una giornata convulsa, di quelle che rimarranno impresse per sempre nella memoria degli addetti ai lavori, e non solo di questi.
Si è concretizzato, difatti, quello che è l'incubo e, allo stesso tempo, il sogno proibito di ogni filatelista: il blocco improvviso e inaspettato di un'emissione già distribuita agli sportelli postali ed in procinto di essere regolarmente venduta. Una circostanza eccezionale che in Italia non ha che pochissimi precedenti.
L'emissione in questione, come ormai noto, è quella del francobollo dedicato a Fiume, già città italiana della costa orientale (fu anche capoluogo di provincia) ed ora importante centro della Croazia.
La sospensione dell'emissione è stata comunicata alla stampa sono nel pomeriggio di ieri, con uno scarno comunicato nel quale Poste annuncia che la decisione è stata assunta su richiesta del Ministro delle comunicazioni, dopo la segnalazione del Ministero degli affari esteri per una valutazione ulteriore circa il momento più opportuno per dare corso all'emissione filatelica.
Non, dunque, un annullamento, bensì un semplice rinvio dell'emissione. Ma i dubbi comunque restano! Negli ambienti ufficiali bocche cucite, ma è evidente che la "segnalazione" della Farnesina sia scaturita dalle proteste croate, peraltro già note alla stampa specializzata da oltre un mese. L'ambasciata croata a Roma, contattata da Philweb, ha opposto un cortese ma fermo no comment, tuttavia il problema sembrerebbe scaturire proprio da quel "terra orientale già italiana" che fa bella mostra di sé sul francobollo. E se così fosse francamente non riusciamo ad immaginare come l'emissione, almeno così com'è, possa un domani vedere la luce.
Immaginabile il disappunto dei collezionisti quando, presso gli uffici postali, hanno appreso dell'inaspettata decisione di Poste. Disappunto che è divenuto ira in quanti avevano caricato il francobollo di un significato che travalicava quello puramente filatelico. L'Unione degli Istriani e l'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia hanno diffuso nel pomeriggio di ieri comunicati stampa dai toni infuocati.
Anche noi, pur non entrando nel merito della diatriba geo-politica bensì affrontando l'argomento unicamente dal lato filatelico, avremmo qualche considerazione da fare, ma prima è giusto ripercorrere a grandi linee le tappe che hanno portato all'emissione ed alla sua inattesa sospensione.
Tutto ha inizio quasi due anni fa, più precisamente il 15 dicembre 2005, quando la Consulta filatelica, accogliendo la proposta di alcune associazioni, approva un'emissione dedicata a Fiume, a ricordo - si legge nel comunicato stampa ufficiale - delle radici storiche e culturali della città e a completamento del filone delle "Terre orientali già italiane" iniziato nel 2003. La tanto discussa dicitura, dunque, figura già da subito su un atto ufficiale del Ministero delle comunicazioni, quale di fatto è un comunicato diramato dall'ufficio stampa del ministro.
Passa qualche mese, siamo all'11 maggio del 2006, ed arriva anche il decreto. Si tratta, peraltro, dell'ultimo decreto di autorizzazione per un'emissione filatelica firmato dal ministro Landolfi, che di lì a qualche giorno avrebbe lasciato la guida del dicastero a Paolo Gentiloni, espressione della nuova maggioranza parlamentare venuta fuori dalle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006.
Nel decreto interministeriale, pubblicato poi anche in Gazzetta Ufficiale, si legge chiaramente che l'emissione è dedicata alla "città di Fiume quale terra orientale già italiana", dicitura che in seguito figura su tutti i programmi diramati da Poste.
L'emissione, dunque, va regolarmente in porto. La commissione per lo studio e l'elaborazione delle carte valori postali approva così un bozzetto. Lo stesso, di lì a poco, viene regolarmente vistato dal ministro ed il Poligrafico può iniziare la stampa. Tutto pare procedere per il verso giusto, tant'è che gli sportelli filatelici ed i maggiori uffici postali vengono riforniti sia del francobollo che, a seconda dei casi, dei prodotti filatelici correlati (bollettino illustrativo, cartolina nuova e affrancata, tessera filatelica e folder grandi eventi). Pronti anche i consueti annulli "giorno di emissione", da utilizzare rispettivamente agli uffici postali di Trieste Centro e Milano Filatelico. Presso quest'ultimo viene anche organizzata, per le 15,00 di ieri, la cerimonia ufficiale di presentazione.
Poi, ieri mattina, la doccia fredda: a tutti gli uffici postali viene diramato (chi prima, chi dopo) l'ordine di sospendere l'emissione. Anzi no! In effetti, a leggere bene, non di ordine si tratta, ma di "invito formale" a non porre in vendita il francobollo. Sul significato di tale espressione avremo abbondantemente modo di parlarne in seguito, considerato che non tutti gli uffici pare abbiano aderito all'invito. Fatto sta, comunque, che l'emissione viene bloccata. Ed il resto è cronaca.
Viene spontaneo, a questo punto, chiedersi perché si sia arrivati a tale provvedimento e, soprattutto, perché ci si sia arrivati con i clienti già in coda agli sportelli!
È vero, in effetti, che il governo jugoslavo (prima) e quello croato (poi) non hanno mai visto di buon occhio i vari riferimenti all'italianità di Istria e Dalmazia, dunque un'emissione del genere avrebbe potuto esser loro indigesta, tuttavia è altrettanto vero che la dicitura "Fiume - terra orientale già italiana" non fa altro che affermare una verità storica incontrovertibile, e cioè che la città di Fiume è effettivamente stata per più di un ventennio parte del territorio nazionale italiano.
Il problema, a questo punto, avrebbe potuto essere di opportunità politica, ma anche tale ostacolo sembrava superato. Il decreto autorizzativo, difatti, è stato sì firmato dal ministro Landolfi, tuttavia il suo successore Gentiloni, che pure negli ultimi diciassette mesi avrebbe potuto revocare l'atto, non solo non si è avvalso di tale facoltà ma di fatto ha dato il proprio avallo all'emissione approvandone il bozzetto.
Anche le proteste croate, come detto, erano note nell'ambiente filatelico da oltre un mese, e francamente appare difficile credere che non fossero a conoscenza del gabinetto del ministro, dunque è ipotizzabile che non siano state ritenute sufficienti per bloccare l'emissione.
La nota ufficiale diramata ieri da Poste fa invece menzione a segnalazioni del Ministero degli esteri. È possibile, dunque, che il ministro Gentiloni, di fronte ad una protesta ufficiale inoltrata tramite canali diplomatici, nonché ad appena poche ore dalla data prevista di uscita del francobollo, abbia fatto marcia indietro invitando Poste a sospendere l'emissione? Se così fosse, riteniamo noi, sarebbe davvero grave!
Per il momento, tuttavia, le nostre sono solo congetture, e tanti dubbi rimangono.
Cosa di preciso ha determinato l'intervento del Ministero degli esteri? Poste ed il Ministero delle comunicazioni non erano a conoscenza delle proteste croate già nei mesi scorsi? Perché ci si è ridotti all'ultimo momento per intervenire su un'emissione pronta ormai da tanto tempo? Cosa vuol dire valutazione ulteriore circa il momento più opportuno per dare corso all'emissione filatelica?
C'è, poi, il dubbio che più di ogni altro attanaglia in queste ore i collezionisti italiani. Siamo sicuri che la vendita del francobollo sia stata bloccata con tempestività in tutti gli uffici postali del territorio nazionale? Dalle voci che corrono parrebbe proprio di no! Ma questa è un'altra storia…
Si è concretizzato, difatti, quello che è l'incubo e, allo stesso tempo, il sogno proibito di ogni filatelista: il blocco improvviso e inaspettato di un'emissione già distribuita agli sportelli postali ed in procinto di essere regolarmente venduta. Una circostanza eccezionale che in Italia non ha che pochissimi precedenti.
L'emissione in questione, come ormai noto, è quella del francobollo dedicato a Fiume, già città italiana della costa orientale (fu anche capoluogo di provincia) ed ora importante centro della Croazia.
La sospensione dell'emissione è stata comunicata alla stampa sono nel pomeriggio di ieri, con uno scarno comunicato nel quale Poste annuncia che la decisione è stata assunta su richiesta del Ministro delle comunicazioni, dopo la segnalazione del Ministero degli affari esteri per una valutazione ulteriore circa il momento più opportuno per dare corso all'emissione filatelica.
Non, dunque, un annullamento, bensì un semplice rinvio dell'emissione. Ma i dubbi comunque restano! Negli ambienti ufficiali bocche cucite, ma è evidente che la "segnalazione" della Farnesina sia scaturita dalle proteste croate, peraltro già note alla stampa specializzata da oltre un mese. L'ambasciata croata a Roma, contattata da Philweb, ha opposto un cortese ma fermo no comment, tuttavia il problema sembrerebbe scaturire proprio da quel "terra orientale già italiana" che fa bella mostra di sé sul francobollo. E se così fosse francamente non riusciamo ad immaginare come l'emissione, almeno così com'è, possa un domani vedere la luce.
Immaginabile il disappunto dei collezionisti quando, presso gli uffici postali, hanno appreso dell'inaspettata decisione di Poste. Disappunto che è divenuto ira in quanti avevano caricato il francobollo di un significato che travalicava quello puramente filatelico. L'Unione degli Istriani e l'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia hanno diffuso nel pomeriggio di ieri comunicati stampa dai toni infuocati.
Anche noi, pur non entrando nel merito della diatriba geo-politica bensì affrontando l'argomento unicamente dal lato filatelico, avremmo qualche considerazione da fare, ma prima è giusto ripercorrere a grandi linee le tappe che hanno portato all'emissione ed alla sua inattesa sospensione.
Tutto ha inizio quasi due anni fa, più precisamente il 15 dicembre 2005, quando la Consulta filatelica, accogliendo la proposta di alcune associazioni, approva un'emissione dedicata a Fiume, a ricordo - si legge nel comunicato stampa ufficiale - delle radici storiche e culturali della città e a completamento del filone delle "Terre orientali già italiane" iniziato nel 2003. La tanto discussa dicitura, dunque, figura già da subito su un atto ufficiale del Ministero delle comunicazioni, quale di fatto è un comunicato diramato dall'ufficio stampa del ministro.
Passa qualche mese, siamo all'11 maggio del 2006, ed arriva anche il decreto. Si tratta, peraltro, dell'ultimo decreto di autorizzazione per un'emissione filatelica firmato dal ministro Landolfi, che di lì a qualche giorno avrebbe lasciato la guida del dicastero a Paolo Gentiloni, espressione della nuova maggioranza parlamentare venuta fuori dalle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006.
Nel decreto interministeriale, pubblicato poi anche in Gazzetta Ufficiale, si legge chiaramente che l'emissione è dedicata alla "città di Fiume quale terra orientale già italiana", dicitura che in seguito figura su tutti i programmi diramati da Poste.
L'emissione, dunque, va regolarmente in porto. La commissione per lo studio e l'elaborazione delle carte valori postali approva così un bozzetto. Lo stesso, di lì a poco, viene regolarmente vistato dal ministro ed il Poligrafico può iniziare la stampa. Tutto pare procedere per il verso giusto, tant'è che gli sportelli filatelici ed i maggiori uffici postali vengono riforniti sia del francobollo che, a seconda dei casi, dei prodotti filatelici correlati (bollettino illustrativo, cartolina nuova e affrancata, tessera filatelica e folder grandi eventi). Pronti anche i consueti annulli "giorno di emissione", da utilizzare rispettivamente agli uffici postali di Trieste Centro e Milano Filatelico. Presso quest'ultimo viene anche organizzata, per le 15,00 di ieri, la cerimonia ufficiale di presentazione.
Poi, ieri mattina, la doccia fredda: a tutti gli uffici postali viene diramato (chi prima, chi dopo) l'ordine di sospendere l'emissione. Anzi no! In effetti, a leggere bene, non di ordine si tratta, ma di "invito formale" a non porre in vendita il francobollo. Sul significato di tale espressione avremo abbondantemente modo di parlarne in seguito, considerato che non tutti gli uffici pare abbiano aderito all'invito. Fatto sta, comunque, che l'emissione viene bloccata. Ed il resto è cronaca.
Viene spontaneo, a questo punto, chiedersi perché si sia arrivati a tale provvedimento e, soprattutto, perché ci si sia arrivati con i clienti già in coda agli sportelli!
È vero, in effetti, che il governo jugoslavo (prima) e quello croato (poi) non hanno mai visto di buon occhio i vari riferimenti all'italianità di Istria e Dalmazia, dunque un'emissione del genere avrebbe potuto esser loro indigesta, tuttavia è altrettanto vero che la dicitura "Fiume - terra orientale già italiana" non fa altro che affermare una verità storica incontrovertibile, e cioè che la città di Fiume è effettivamente stata per più di un ventennio parte del territorio nazionale italiano.
Il problema, a questo punto, avrebbe potuto essere di opportunità politica, ma anche tale ostacolo sembrava superato. Il decreto autorizzativo, difatti, è stato sì firmato dal ministro Landolfi, tuttavia il suo successore Gentiloni, che pure negli ultimi diciassette mesi avrebbe potuto revocare l'atto, non solo non si è avvalso di tale facoltà ma di fatto ha dato il proprio avallo all'emissione approvandone il bozzetto.
Anche le proteste croate, come detto, erano note nell'ambiente filatelico da oltre un mese, e francamente appare difficile credere che non fossero a conoscenza del gabinetto del ministro, dunque è ipotizzabile che non siano state ritenute sufficienti per bloccare l'emissione.
La nota ufficiale diramata ieri da Poste fa invece menzione a segnalazioni del Ministero degli esteri. È possibile, dunque, che il ministro Gentiloni, di fronte ad una protesta ufficiale inoltrata tramite canali diplomatici, nonché ad appena poche ore dalla data prevista di uscita del francobollo, abbia fatto marcia indietro invitando Poste a sospendere l'emissione? Se così fosse, riteniamo noi, sarebbe davvero grave!
Per il momento, tuttavia, le nostre sono solo congetture, e tanti dubbi rimangono.
Cosa di preciso ha determinato l'intervento del Ministero degli esteri? Poste ed il Ministero delle comunicazioni non erano a conoscenza delle proteste croate già nei mesi scorsi? Perché ci si è ridotti all'ultimo momento per intervenire su un'emissione pronta ormai da tanto tempo? Cosa vuol dire valutazione ulteriore circa il momento più opportuno per dare corso all'emissione filatelica?
C'è, poi, il dubbio che più di ogni altro attanaglia in queste ore i collezionisti italiani. Siamo sicuri che la vendita del francobollo sia stata bloccata con tempestività in tutti gli uffici postali del territorio nazionale? Dalle voci che corrono parrebbe proprio di no! Ma questa è un'altra storia…
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